Il fronte freddo.
Il fronte freddo è rappresentato da una linea che al suolo delimita idealmente un'invasione di aria fredda verso aree prima occupate da aria più calda. L'aria fredda penetra a cuneo sotto l'aria calda e la solleva con violenza determinando il raffreddamento e la condensazione del vapore acqueo in essa contenuto. La nuvolosità è rappresentata da stratocumuli, cumuli e cumulonembi con squarci di cielo sereno.
Il fronte freddo in sezione verticale.
La rapidità di rasserenamento del cielo è tipica della fase successiva al passaggio del fronte freddo. Tuttavia l'aria fredda che segue il fronte per parecchie ore, trovandosi a scorrere su una superficie più calda, diventa instabile, soprattutto nelle ore pomeridiane, dando luogo alla formazione di nubi temporalesche isolate anche quando il fronte freddo è distante qualche migliaio di chilometri.
La tabella che riportiamo di seguito indica il comportamento dei vari elementi meteorologici al passaggio dei fronti caldi e freddi.
Elemento | Prima del fronte caldo | Al passaggio del fronte caldo | Nel settore caldo | Al passaggio del fronte freddo | Dietro il fronte freddo |
Vento | Parallelo al fronte e rinforza | Ruota in senso orario e raggiunge il valore massimo | Cambia direzione e si attenua | Ruota in senso antiorario e rinforza con raffiche | Ruota in senso orario e si mantiene forte e rafficoso |
Pressione | Cade rapidamente | Rimane stazionaria | Può abbassarsi lievemente | Sale bruscamente | Continua a salire ma lentamente |
Temperatura | Aumenta lentamente e lieve diminuzione nella zona delle precipitazioni | Aumenta lentamente | Stazionaria | Si abbassa rapidamente | Continua ad abbassarsi ma lentamente |
Umidità | Cresce lentamente, rapida nelle zone delle precipitazioni | Inalterata | Lievi cambiamenti | Comincia a diminuire | Diminuisce rapidamente |
Visibilità | Peggiora nelle zone delle precipitazioni | Inalterata | Migliora | Discreta | Aumenta rapidamente |
Nuvolosità | Cirri, cirrostrati, altostrati e nembostrati | Strati bassi e nebbie | Strati e stratocumuli | Cumuli, stratocumuli e cumulonembi | Cielo sereno, cumuli di bel tempo e cumulonembi isolati |
Precipitazioni | Pioggia continua | Pioviggine intermittente | Pioviggine intermittente | Rovesci e temporali | Rovesci isolati e temporali isolati |
Il fronte occluso.
Nella fase finale della vita di un ciclone, il fronte freddo più attivo e veloce, raggiunge il fronte caldo al suolo. La configurazione che risulta dal congiungimento dei due fronti prende il nome di fronte occluso o occlusione, le cui caratteristiche sono una sovrapposizione di quelle del fronte freddo e del fronte caldo. La nuvolosità stratiforme del fronte caldo si assomma alla nuvolosità cumuliforme di quello freddo con conseguenti piogge, rovesci, temporali con la possibilità di grandinate. mentre il ciclo vitale di una depressione mobile è nell'ordine di circa 6-7 giorni, la fase di occlusione si compie generalmente in 24 ore.
Rappresentazione grafica dei fronti secondo la simbologia utilizzata sulle carte meteorologiche.
I fronti secondari.
All'interno di masse di aria aventi la stessa provenienza possono crearsi, fra i vari fattori meteorologici, delle discontinuità per il fatto che, pur avendo le masse di aria la stessa origine, si sono distaccate dal luogo di formazione in tempi diversi oppure hanno avuto influenze o percorsi diversi. Infatti esistono sempre differenze di temperatura ed umidità fra una massa di aria che è passata su campi di neve e una massa di aria che ha percorso regioni non innevate. In contrapposizione ai fronti principali che nascono dalle ondulazioni del fronte polare, si hanno così i
fronti secondari. Questi fronti solitamente si osservano nella parte posteriore dei fronti freddi principali e corrispondono ad irruzioni di masse d'aria polari con temperature ancora più basse. In questo caso, i fronti freddi secondari sono rappresentati nelle carte meteorologiche, secondo una forma piuttosto arcuata, la cui concavità è orientata nel senso opposto allo spostamento. I fenomeni associati ai fronti secondari sono meno intensi ed estesi di quelli dei fronti principali.
Le linee di instabilità.
Se su un'area di bassa pressione l'aria è più fredda rispetto alla latitudine del luogo, possono formarsi delle perturbazioni secondarie quando i contrasti termici sono particolarmente accentuati. La linea che delimita idealmente al suolo questi contrasti termici viene chiamata
linea di instabilità e si osserva con frequenza nella parte posteriore di un fronte freddo o nei vortici depressionari ormai in fase di occlusione.
Le linee di instabilità si manifestano con nuvolosità cumuliforme, rovesci e temporali a carattere isolato. Sulle carte meteorologiche le linee di instabilità sono raffigurate con linee che alternano ad un tratto due punti.
Come sempre un saluto a tutti i lettori
IL PRODIERE