APPROFONDIMENTO | I CAPI

Sogno o incubo di ogni navigante

I mari più burrascosi, più inospitali e meno frequentati dalle rotte delle navi sono quelli dell’emisfero Sud che confinano con le immense distese ghiacciate dell’Antartide. Gli avamposti dei continenti che si spingono fra questi oceani, hanno da sempre un fascino particolare sia per i naviganti, sia per chi poco conosce i misteri del mare ma ne ha sempre subito il fascino.
Capo Horn, Capo di Buona Speranza e Capo Leeuwin sono da sempre considerati i “Capi” dei continenti che guardano verso Sud. Ognuno di questi posti può raccontare terribili tempeste e orrendi naufragi, come anche scoperte che hanno cresciuto l’arte di navigare.

Capo Leeuwin, estremo lembo di terra a Sud ovest dell’Australia, prende il nome dal vascello olandese “Leeuwin” (lett. Leonessa) che per primo nel 1622 navigò nelle acquee adiacenti. Pur non essendo la terra più meridionale dell’Australia, Capo Leeuwin viene considerata come una delle “boe” per le regate a vela che si svolgono intorno al mondo.

Capo di Buona Speranza, erroneamente considerato il punto più meridionale del continente africano, già dal nome preannuncia una zona di acque “poco ospitali” per la navigazione. In realtà, il punto più meridionale del continente non è Capo di Buona Speranza ma Capo Agulhas, posto a circa 30 miglia più a Sud. In questa zona l’Oceano Atlantico incontra l’Oceano Indiano, e le loro acque, caratterizzate da correnti e temperature differenti, creano condizioni meteo marine molto spesso difficili.

Il sogno di tutti i marinai, spesso l’incubo di chi l’ha visto dal mare, è però Capo Horn. L’avamposto del continente americano, che in realtà è una piccola isola facente parte del Cile, è stato doppiato la prima volta nel 1616 dall’esploratore olandese Willem Schouten, che la chiamò così in onore della propria città natale (Hoorn). Il suo nome evoca tempeste e naufragi, onde enormi e venti impetuosi, nonché temperature polari e la costante presenza di iceberg alla deriva che si staccano dal vicino continente antartico. Queste condizioni estreme hanno messo a dura prova tutti coloro che si sono avventurati a queste latitudini.

Le acque antistanti il Capo sono poco profonde, mentre poco più al largo le profondità sono notevoli (oltre i 3000 metri); questa enorme differenza di profondità in uno spazio ridotto fa si che le onde, incontrando la piattaforma continentale, accrescano la loro altezza fino a formare devastanti muri d’acqua. Anche i costanti venti che soffiano impetuosi da Ovest verso Est creano non pochi problemi, soprattutto per chi doppia il Capo passando dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico.

L’uomo, ben conoscendo queste difficoltà, ha creato un canale artificiale (Canale di Panama) per evitare queste zone e per risparmiare migliaia di miglia di navigazione, oppure preferisce navigare nelle strette ed anguste acque del Canale di Magellano che delimitano il continente americano.

Le più lunghe e difficili regate a vela utilizzano questi tre Capi come fossero "boe", ma in realtà sono punti dove ogni marinaio deve far forza alle proprie conoscenze ed esperienze, e talvolta fare affidamento alla buona sorte.

LUCA