I cicloni extratropicali. Come si formano e come scompaiono.
Le ondulazioni del fronte polare danno luogo, a livello del suolo, a vortici depressionari che, dalla superficie, si estendono agli strati atmosferici superiori. A queste depressioni, che si spostano in seno alle grandi ondulazioni delle correnti occidentali, si da il nome di cicloni extratropicali, lasciando il nome di cicloni alle depressioni dei mari tropicali.
I cicloni extratropicali sono anche definiti depressioni mobili per distinguerli dalle depressioni stazionarie della fascia equatoriale e del circolo polare.
Le depressioni che nascono dalle modificazioni del fronte polare si presentano quasi sempre in famiglie composte da 3 a 5 membri situati ai bordi della periferia settentrionale degli anticicloni permanenti. I primi membri, nel senso del moto, sono normalmente in fase di sviluppo avanzato e prossimi all'estinzione, mentre gli ultimi sono in fase di nascita. Ogni ciclone appartenete alla stessa famiglia scorre a latitudini più basse rispetto al ciclone che l'ha preceduto. L'ultimo ciclone è seguito da un anticiclone mobile di chiusura al quale è associata un'irruzione di aria fredda verso latitudini più basse.
Famiglia di perturbazioni. Con la lettera B sono indicate le depressioni, con la sigla A1 è indicato l'anticiclone permanente e con la sigla A2 l'anticiclone mobile, cosiddetto di chiusura della famiglia.
In ciascuna di queste onde, che solitamente si muovono in seno alla corrente a getto e nella direzione dello spostamento dell'aria calda, le masse di aria tropicale invadono le zone prima occupate dall'aria fredda dando origine al settore caldo. In corrispondenza di quelle che potremmo considerare le creste d'onda di aria calda si forma il minimo depressionario. Sul lato destro della cresta, nel senso di spostamento dell'onda e delimitato nei bassi strati dal
fronte caldo, l'aria calda più leggera si solleva per scorrimento sopra quella fredda. Sul lato sinistro, al contrario, l'aria fredda delimitata al suolo dal
fronte freddo, si incunea sotto l'aria calda sollevandola violentemente. In corrispondenza del fronte caldo e del fronte freddo si osserva una nuvolosità composta da:
- una testa di cirri seguiti da cirrostrati
- un corpo caratterizzato dalla presenza di altostrati e nembostrati
- uno strascico composto da un cielo caotico con la presenza di generi diversi di nubi alternati a schiarite.
Lo strascico è il settore più turbolento a causa dei violenti rovesci, dei fulmini e dei colpi di vento.
Poiché l'aria fredda avanza più velocemente dell'aria calda , giunge il momento in cui il fronte freddo raggiunge il fronte caldo dando origine ad un sistema misto chiamato fronte occluso. Nella fase di occlusione il ciclone raggiunge lo stadio di massima maturità e la pressione atmosferica, al livello del mare, raggiunge i valori minimi, i venti soffiano con maggior velocità ed i fenomeni di condensazione del vapore acqueo procedono con ritmo più veloce. Passata la fase di occlusione il ciclone non fa che dissipare l'energia acquisita e muore a meno che nel suo vortice in estinzione non entrino nuove masse di aria fredda che gli consentano, stante il rinnovato contrasto termico, una ripresa di energia. Contemporaneamente all'evolvere del ciclone, l'onda ciclonica viene trascinata nel verso del mote delle onde lunghe delle correnti occidentali, così come un mulinello in un fiume viene trascinato dal moto d'insieme della corrente.
Schema di evoluzione di un ciclone mobile e dei fronti associati. Quando lo squilibrio fra le masse d'aria (fredda blu e calda rossa) si accentua, si stabiliscono due fronti: il fronte caldo con direzione est- nord est ed il fronte freddo con direzione sud est.
Continuando ad accentuarsi lo squilibrio fra le due masse di aria, l'ondulazione assume una fisionomia più marcata. Le masse che si fronteggiano danno origine ad una circolazione ciclonica (depressionaria), cioè in senso antiorario.
Il fronte freddo è molto più attivo del fronte caldo. Per questo motivo l'aria fredda si incunea sotto l'aria calda sollevandola ed occupandone il posto. Si crea così il fronte occluso (linea viola contrassegnata dai pallini misti ai triangolini) che segna la piena maturità della perturbazione.
Luoghi di origine e traiettorie dei cicloni extratropicali.
I cicloni extratropicali, o perturbazioni come vengono chiamati comunemente, che interessano l'Europa occidentale giungono, salvo rare eccezioni, dai quadranti occidentali. Sono infatti le aree depressionarie di Terranova, le coste meridionali della Groenlandia e la zona attorno all'Islanda che danno vita alle perturbazioni. Le perturbazioni si formano quando l'aria calda ed umida che staziona sul Tropico del Cancro, aggirando da sud l'Anticiclone delle Azzorre, giunge nelle Antille e piegando verso nord al largo delle coste americane arriva a Terranova seguendo la traiettoria della Corrente del Golfo. Giungendo su un mare più freddo, l'aria più calda ed umida di origine tropicale, condensa una parte del suo vapore acqueo. Questo spiega l'instaurarsi delle basse pressioni, le nebbie spesse e persistenti che affliggono questa zona meteorologicamente diseredata che è Terranova. Mentre l'aria tropicale aggira con un movimento orario l'anticiclone delle Azzorre, altra aria di origine artica aggira in senso antiorario le zone depressionarie dell'Atlantico settentrionale. Le posizioni delle depressioni e dell'Anticiclone delle Azzorre determinano la latitudine alla quale si scontrano le masse di aria di origine artica e quelle di origine tropicale, in pratica la latitudine del fronte polare. Se l'anticiclone delle Azzorre non supera i 45°-50° latitudine nord (questo avviene soprattutto nella stagione invernale) il fronte polare può essere situato alle nostre latitudini. In questo caso le perturbazioni attraversano la Spagna, la Francia e anche l'Italia portando questi paesi ad essere in regime perturbato da ovest.
Se l'anticiclone delle Azzorre si espande oltre il 50° parallelo nord ( e questo accade specialmente nel periodo estivo), la zona depressionaria dell'Islanda arretra verso latitudini più alte rigettando il fronte polare oltre il 60° parallelo nord e le perturbazioni andranno ad interessare i paesi scandinavi senza toccare il bacino del Mediterraneo. I paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo saranno in questo caso in regime anticiclonico. Dalle zone dell'Oceano Atlantico settentrionale in cui si ha la ciclogenesi le perturbazioni si muovono verso il continente europeo lungo dei percorsi preferenziali illustrati e semplificati nell’immagine di seguito.
Abbiamo finito la parte sulla meteorologia, nella prossima uscita tratteremo un altro interessante argomento....
Come sempre un saluto a tutti i lettori
Il Prodiere